Da che mondo è mondo quando si incrocia un altro ciclista per la strada è consuetudine salutare, a voce oppure con un semplice gesto della mano o addirittura con un minimo cenno del capo. Perchè il saluto non è solo un abituale rito dei ciclisti, ma il saluto è educazione. Sabato scendevo da Mango in solitaria per un breve giro in pausa pranzo. A metà discesa incrocio un folto gruppo di ciclisti che ogni anno si inventano pseudo-gare sulle nostre strade credendosi professionisti navigati e campioni a cui tutto è dovuto. Come al solito incrociando i primi battaglieri, alzo la mano e saluto, ma di tutta risposta ricevo solo sguardi seri ed indifferenti. Stessa sorte mi tocca con tutti gli altri che seguono. L'anno scorso mi è capitato in uno dei miei soliti giri nel Roero di venire agganciato da Diego Rosa, professionista dell'Astana che non solo mi ha salutato quando mi si è affiancato ma è rimasto alcuni minuti a fianco a me ringraziando per i miei complimenti e poi si è scusato e mi ha staccato per proseguire il suo allenamento. I professionisti sono questi, che anche se proiettati in un mondo totalmente superiore al nostro mantengono l'umiltà. Tutti gli altri secondo me rimangono solamente ... ...campioni da bar. |
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Giugno 2020
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